Redditum mihi in tempore est quod abs te zinziber Damascenum petieram, cum arundinem manu cepissem ut tibi de Scodra responderem

et Celtis imperitarunt et Illyricis et Gallis, quibus etiam ipsi nomen indiderunt. Sed hac de re satis. Vale.

Dopo una premessa di ringraziamento per l'invio dello zenzero che gli ha consentito di ristabilirsi dalla malattia e di recuperare le forze fisiche, com'è avvenuto anche a Ludovico Foscarini, F. si premura di affrontare la questione del toponimo esatto di Scutari, in antico denominata 'Scutrium', dai moderni Scodra. La medesima differenza si osserva per 'Epidamnum', toponimo antico della città ribattezzata oggi Durazzo ('Dyrrachium'). F. cita quindi le fonti dell'enciclopedia antica su Scutari e un passaggio dell''Epistola' di Giorgio Gemisto a Manuele II Paleologo, per ribadire l'identità di Scutari ('Scutriumì) e Scodra, comprovata da diversi altri casi nella geografia antica, per es. gli etnonimi Cimbri/Cimmeri e Galati/Galli che si riferiscono alla medesima popolazione o un altro toponimo 'Salona'/'Aspalatum' per la medesima città di Spalato. Il lago di Scutari, il cui emissario è il fiume Boiana, cioè 'Dyrinus', è prossimo alla Macedonia e alla Liburnia, una regione dell'Illiria, insieme con la Dalmazia. La città di Scardona segna, infatti, la fine della Liburnia e l'inizio della Dalmazia. Il nome 'Illirico' deriva da uno dei tre figli avuti dal Ciclope Polifemo dall'unione con Galatea, Illirio. Oltre a questi si ricordano Celto e Galla, i tre diedero a nome alle popolazioni degli Illirici, dei Celti e dei Galati.